La chiesa del “Signore della Pietà” sorge ad oriente della città, sulla via Nazionale, al di fuori dell’antica cinta muraria. La sua costruzione risale al sec. XIV. All’interno di essa si conserva un antico affresco, raffigurante la “Pietà”. L’opera è stata recentemente restaurata ad opera della Soprintendenza per i beni culturali di Catania. Secondo la tradizione popolare, si tratta di una vetusta edicola votiva, posta fuori delle mura della città, sulla strada principale. Successivamente, attorno a quest’icona devozionale, la pietà dei fedeli, edificò la piccola chiesa.
Recentemente, infatti, nel corso dei lavori di ristrutturazione della chiesa, è emersa, attorno all’affresco, la struttura di un’edicola, inglobata nel muro dell’edificio. Ciò rende attendibile la tradizione popolare.
L’antico portale medievale della chiesa fu sostituito, nella seconda metà del sec. XIX, da uno cinquecentesco, in pietra lavica, proveniente da un’altra chiesa. Secondo la memoria del popolo, apparteneva alla chiesa di S. Margherita.
E’ ancora visibile, dietro il timpano triangolare del portale, un grande oculo circolare, ormai murato, tipico elemento dell’architettura religiosa medievale.
All’interno dell’edificio sacro, sotto l’affresco della Pietà, si trova un antico e grezzo altare in pietra e laterizio, in parte affrescato, recentemente venuto alla luce in occasione del restauro della chiesa. Si ha notizia che la piccola chiesa fu restaurata verso la fine del 1800, in seguito alla Sacra Visita dell’arcivescovo di Messina, Mons. Villadicani, che costituì una speciale Deputazione Amministrativa per il rifacimento delle chiese filiali più importanti. Probabilmente, in quella occasione, fu anche traslata la cappella dell’abolita chiesetta di S. Maria del Perpetuo Soccorso, che si trovava sulla strada che da Randazzo porta a S. Domenica Vittoria. Infatti, all’interno della nicchia, ancora esistente nella chiesa, era collocata la statua in argilla della Madonna del Soccorso, sostituita in seguito con un’antica immagine della Vergine.
La chiesa fu sede di un’antica confraternita, ormai estinta.
Verso la fine del 1970 fu rifatta la coperta, la ristrutturazione interna della chiesa e la porta in legno.
Il sacro edificio è dotato di un antico soffitto ligneo, nel quale sono presenti alcune mensole, artisticamente scolpite, del sec. XVI.
Ciò che arricchisce la chiesetta è sicuramente l’antico affresco, di forma ogivale, fortemente simbolico, che riassume il mistero pasquale di passione, morte e risurrezione del Signore. Esso raffigura il Cristo morto, deposto dalla croce, che entra nel sepolcro. La posizione del corpo e l’immagine del volto, richiamano l’immagine sindonica. Egli porta su di sé i segni della passione, ma, nello stesso tempo, è ritto in piedi, perché risorto. Infatti, il suo volto trasmette pace e serenità. Il sepolcro, che racchiude la parte inferiore del corpo del Cristo, ha la forma di una vasca battesimale. Alla base è raffigurata la Mensa eucaristica. Si tratta di una vera e propria icona liturgica, battesimale ed eucaristica. Alla destra del Cristo è presente l’immagine della Vergine Addolorata e alla sinistra quella di S. Giovanni evangelista. L’unica iscrizione ancora leggibile nell’opera è la didascalia in lettere gotiche: “S. Johannes evangelista”. In varie parti dell’affresco sono ancora visibili tracce di scritte non più decifrabili.
Nei tempi antichi, in questa chiesetta, venivano solennizzati i venerdì di quaresima e nell’ultima domenica di aprile si celebrava la festa del titolare, “U Signuri a Pietà”. Probabilmente, dopo la riforma liturgica del Concilio Ecumenico Vaticano II, la data della festa venne spostata all’ultima domenica di settembre. Questa data è più vicina alla festa liturgica dell’Esaltazione della Croce (14 settembre) e coincide con la festa del SS. Crocifisso, che si svolge nel vicino comune di Mojo Alcantara.
Tra il 2009 e il 2010, grazie al contributo generoso di vari fedeli, la chiesa è stata ristrutturata.
Ogni venerdì, in memoria della Passione del Signore, viene celebrata la S. Messa. Particolarmente partecipati sono i venerdì di quaresima e il triduo in preparazione alla festa, che viene celebrata l’ultima domenica di settembre.